Servizio di disinfestazione dei Roditori nel Triveneto ed Alto Adriatico.
Il topo comune Mus musculus è un piccolo mammifero roditore della famiglia dei Muridi. Viene anche chiamato topo domestico, per differenziarlo dal topo selvatico (Apodemus sylvaticus).
Morfologia
Il pelo corto e lucente, varia individualmente dal brunastro al nero.
Esso ricopre interamente il corpo, tranne zampe, orecchie, coda e punta del muso, che sono quasi del tutto glabre e di colore grigio-rosato. La testa, dalla forma allungata, contiene la bocca (delimitata da due labbra) e gli organi sensoriali olfattivo, visuale e uditivo. Gli occhi sono neri, lucidi e muniti di palpebre.
Essendo l’animale di abitudini crepuscolari e notturne, non necessita della visione a colori e perciò si suppone che la sua vista sia in bianco e nero o solo leggermente a colori.
Al tronco si attaccano lateralmente due paia di zampe, centralmente le mammelle e gli orifizi urinari, genitali ed anali. Esso è separato dalla testa da un collo ben distinguibile, nel quale, oltre al timo propriamente detto, si trova una seconda ghiandola con struttura e funzione simili, posta nei pressi della trachea. La coda è lunga all’incirca quanto il tronco e la testa messi assieme: essa è ricoperta di scaglie cornee epidermiche disposte ad anelli, tra le quali si inseriscono alcuni piccoli peli. L’adulto di topo domestico vive circa 1 anno.
Habitat
Si tratta della specie di gran lunga più diffusa del genere Mus, rappresentato nel mondo da una quarantina di specie: il topo domestico si può infatti trovare comunemente in quasi tutti i paesi del mondo, spesso al fianco degli umani, che involontariamente gli procurano vitto ed alloggio, ma non sempre in armonia con loro, in quanto i topi possono arrecare danni anche ingenti alle colture ed alle dispense di cibo, oltre a rendersi vettori di una serie di malattie, come la leptospirosi. Il topo domestico vive in nelle zone agricole, al margine delle coltivazioni o dei boschi, negli incolti, nelle aree cespugliose, o in prossimità di copertura vegetale, si è insediato anche all’interno dell’ambiente urbano. Specie estremamente adattabile e spiccatamente sinantropa, il topo vive praticamente in qualsiasi luogo che gli offra un recesso in cui potersi nascondere e sfamarsi.
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Il ratto norvegese, noto anche come ratto marrone, ratto grigio, ratto delle chiaviche, surmolotto o pantegana (Rattus norvegicus) è un mammifero roditore della famiglia dei Muridi. È la specie più comune e diffusa di Rattus, presente praticamente in tutto il mondo; in Europa ha soppiantato il preesistente ratto nero.
Morfologia
Il pelo è corto ed ispido ed ha un colore che va dal grigiastro al bruno, con brizzolature nere o bianche sul dorso: verso il ventre, il colore tende a divenire man mano più chiaro, fino a sfumare addirittura nel bianco sul basso ventre.
Il corpo è di forma piriforme, con quarto posteriore arrotondato e testa di forma squadrata, che costituisce la principale differenza dal ratto nero, il quale possiede invece un muso più pronunciato ed altre caratteristiche differenti a livello osseo, come la presenza di archi temporali dritti anziché curvi come nel ratto grigio e due creste ossee sulla parte superiore del cranio, assenti invece nel ratto nero. Le zampe sono glabre e di colore grigio-rosato, con le posteriori più lunghe e forti rispetto a quelle anteriori: queste ultime vengono utilizzate per afferrare il cibo e portarlo alla bocca, nella quale trovano sede gli aguzzi incisivi ricoperti da smalto di colore giallastro. Le orecchie hanno forma triangolare e sono più piccole rispetto a quelle dei congeneri, tanto che ripiegandole in avanti esse non arrivano a coprire gli occhi dell’animale, che sono a capocchia di spillo e di colore nero: esse sono ricoperte da una fine peluria e di colore rosato. La coda, anch’essa glabra ma ricoperta di scaglie, è piuttosto larga alla radice ma tende ad assottigliarsi man mano che si procede verso la parte distale: essa presenta colore grigiastro.
Può misurare fino 40 cm, di cui poco meno della metà spettano alla coda, per un peso medio di 350 g: alcuni esemplari di eccezionale grandezza raggiungono il chilogrammo di peso, mentre sembrerebbero frutto di invenzioni, o di confusione con altre specie di roditore (come la nutria od il topo muschiato), gli avvistamenti di esemplari ancora più grossi. I maschi sono solitamente più grossi e robusti rispetto alle femmine. L’adulto vive solitamente fra i 6 e i 12 mesi.
Habitat
Il ratto delle fogne frequenta abitualmente discariche, fogne, ogni tipo di scarpata o di fosso, ferroviarie, sponde dei corsi d’acqua possibilmente incrementata da rifiuti organici, parchi urbani e giardini. Nelle nostre case colonizza quasi esclusivamente le parti inferiori, legnaie, cantine e stalle.
Il ratto nero o ratto comune (Rattus rattus) è un mammifero roditore appartenente alla famiglia Muridae. È inserita nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo.
Morfologia
Misura fino a 40 cm ed oltre di lunghezza, di cui la metà o poco più spetta alla lunga coda. Il peso si aggira attorno ai 200 g, tuttavia non sono rari esemplari di 300 g. I maschi sono generalmente più grossi e robusti rispetto alle femmine. Il corpo è squadrato e robusto, con zampe posteriori più lunghe e forti rispetto a quelle anteriori: la parte inferiore dei pollici anteriori presenta anelli a forma di scaglie, mentre gli alluci delle zampe posteriori sono ridotti a semplici tubercoli. Su ogni zampa si trovano nella regione plantare cinque cuscinetti in corrispondenza delle dita.
Il pelo, come intuibile dal nome comune, è di colore nero, con tendenza a schiarirsi nella zona ventrale: le popolazioni locali presentano caratteristiche sfumature di bianco, grigio e bruno su dorso e ventre, spesso con sfumature azzurrognole. Il tarso e la zampa vera e propria sono glabri e di colore carnicino-nerastro, mentre la coda, ricoperta di radi peli, è scagliosa e dello stesso colore delle zampe. Il muso appuntito è glabro e rosato, così come le orecchie di media grandezza. Gli occhi sono neri. Sul muso sono presenti lunghe e sensibili vibrisse.
Rispetto al ratto grigio, il ratto nero presenta generalmente corporatura più slanciata, tuttavia gli esemplari più piccoli e scuri di ratto delle chiaviche possono facilmente passare per ratti neri ad un occhio inesperto o disattento: le due specie presentano tuttavia differenze consistenti a livello cranico, in particolare il ratto nero non possiede le due creste ossee laterali tipiche invece del ratto grigio, mentre il cranio è più stretto ed allungato, con orbite oculari di maggiori dimensioni e molari di forma differente[3]. Le orecchie del ratto nero sono del tutto glabre, a differenza di quelle dei ratti delle chiaviche, che sono ricoperte da una rada e fine peluria; esse sono inoltre più grandi in proporzione al cranio, misurando fino a circa la metà di quest’ultimo ed arrivando, se tirate in avanti, a coprire la metà superiore dell’occhio. L’adulto vive circa 9-12 mesi.
Habitat
A differenza dei ratti delle chiaviche, il ratto nero è prettamente erbivoro: si nutre in prevalenza di cereali, frutta e granaglie, depredando i silo nelle aree rurali e portuali e causando danni anche ingenti, in quanto contamina il cibo con urina ed escrementi, rendendosi così veicolo di numerose malattie come la toxoplasmosi. Esso colonizza giardini e parchi urbani, all’interno di ambienti, soffitte, tetti, terrazzi o controsoffittature, penetrando da camini, aperture nel sottotetto, fessure che consentono il passaggio di cavi, finestre a tenuta non perfetta. All’occorrenza, il ratto nero non disdegna di nutrirsi anche di insetti o di altri invertebrati, mangiando in caso di necessità qualsiasi cosa riesca a digerire.